Il ritmo sommerso dei Litfiba

Mondi sommersi Litfiba

Il primo amore non si scorda mai.

Da dove iniziare per questa prima recensione? Faccio un salto indietro al 2004. Intento a studiare i quiz per l’esame orale della patente, scoprii i Litfiba, senza più mollarli.

Firenze, 1997. Mondi sommersi è il settimo album in studio rilasciato dai Litfiba.
Il disco, dedicato all’acqua, è l’ultimo della cosiddetta Tetralogia degli elementi, iniziata nel 1990 con l’uscita di El diablo.
Un affascinante rimando a termini chiave e l’incitazione a scoprire molteplici nature, all’interno delle situazioni più disparate, permeano i significati delle liriche.
Il più grande gruppo rock italiano prosegue il lavoro che, tre anni prima, aveva portato all’uscita di Spirito, aprendo la produzione del gruppo a un rock più melodico e sperimentale.
Alla linea strumentale classica della produzione della band, formata dall’insieme chitarra solista – basso – batteria, viene aggiunto l’uso di campionamenti e di grooves, cercando una commistione tra gli stilemi classici del rock e l’utilizzo dell’elettronica più moderna.

Ne esce un disco che strizza l’occhio alla radio, senza perdere una sola stilla del trademark Litfiba. Ancora forti le tematiche sociali, ma soprattutto trova spazio l’introspezione: una vera immersione dentro l’animo umano e la curiosità di esplorare vari generi musicali, declinandoli sempre al rock.
Il cantato di Piero Pelù è più vario, istrionico, maturo; le chitarre di Ghigo Renzulli hanno un sound innovativo e meno pesante.
Chi ha detto Regina di cuori, Ritmo e Sparami?
Chi anche tra i loro fan più oltranzisti della prima ora non le ha mai quantomeno canticchiate?
Alzi la mano, anzi… le corna.

Al di là dei singoloni radiofonici di facile presa, un pezzo in particolare mi ha sempre colpito: Dottor M. Il soggetto in questione è il Dottor Morte, che rappresenta la metafora della manipolazione moderna delle masse e dell’azzeramento della loro volontà.

“Vi trasformo come volete. Cambio i cuori con le teste ed il passato.
Cambio tutto, anche il futuro. Ogni uomo ha diritto alla sua scelta.
Che strana vanità!”

A livello musicale, si tratta di un rock arioso moderno e frizzante, che esplode nel main riff dopo che Pelù, con voce filtrata, decanta la intro e ci fa già capire dove andranno a parare i suoi anatemi.

Rock, elettronica, denuncia sociale, ritornelli ammalianti. Risulta chiara la deriva dei Litfiba di metà/fine anni novanta. Ma trovatemi una band che ha saputo vendersi altrettanto bene e scrivere comunque dei pezzi così profondi.
Aggiungiamoci la classe negli arrangiamenti e ragioniamo sul perché questa band sia stata così grande. E divisiva, come solo i grandi sanno essere.

Non alzate più la mano?

“Scusami, ogni sistema è una gabbia, mi dà rabbia.
Perché aumenta le differenze, fra chi ha potere e chi non ha proprio niente.
Sempre più niente”.


W Litfiba

🤘Album: Mondi sommersi

🤘Gruppo: Litfiba

🤘Genere: Rock

🤘2021, ristampa Ita

🤘Voto: 70/100

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Filippo Bini autore romanzi ambientati a Bologna
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